COMUNICATI STAMPA

 

LA SALUTE IN AUTO IN E’ UN OPTIONAL

Per quanto in crisi, ma in fase di recupero, il mercato ed il mondo dell’auto sembrano congelati su schemi fissi. La pubblicità del prodotto è affidata ai media generalisti e quelli specializzati in genere tendono a valorizzare solo alcuni aspetti della vettura. J.D. Power nel gennaio 2015 definisce le tipologie di acquirenti in base all’età e dimostra come nelle generazioni giovanili (X e Y Gen, nati cioè dopo il 1965 ed il 1976 rispettivamente) la ricerca è orientata sugli optional elettronici, i c.d. gadgets, molti dei quali peraltro relativi alla sicurezza attiva, quali il bluetooth, il navigatore, computer di bordo etc. I “boomers”, ossia i nati prima delle date indicate, hanno preferenze standard quali grandezza del bagagliaio, colore, consumi etc.

Ma tra questi estremi esiste una via intermedia della quale ancora poco si conosce. Essa riguarda la scelta dell’auto in funzione del comfort che significa benessere il quale ultimo indica la strada alla sicurezza. Il comfort è una peculiarità oggettiva dovuta alle caratteristiche della vettura ma può dipendere anche dalle necessità individuali e dell’adattamento del driver alla sua vettura. In specie, quest’ultima condizione riguarda il comfort del paziente, noto come tale, o quello di colui che è candidato ad esserlo. Per fortuna esiste una serie di consigli con lo scopo di scongiurare alcuni possibili pericoli alla guida in corso di patologie croniche o se, in pieno benessere, si affronta un viaggio durante il quale avviene un malore improvviso. Il rischio sulla strada spesso dipende da un limite molto sottile: se non si sta bene, se si assumono farmaci, se c’è il possibile rischio di un malore di cui avvertiamo i prodromi. Esiste uno spaccato, almeno per l’Italia, di un ventaglio di patologie cui non si fa riferimento in relazione alla guida, come il diabete di cui soffrono 3 milioni di italiani, con le crisi iperglicemiche, specie nel traffico urbano, e con le ipoglicemie post-prandiali che possono portare alla perdita di coscienza. Ovvero le obesità (3 milioni di soggetti) con l’alea della sonnolenza al cockpit ovvero ancora 5 milioni di allergici e di asmatici che, in corso di crisi, vanno in guida cieca per almeno 2 secondi, a causa di starnuto o di lacrimazione congiuntivale. Ovvero ancora i 3 milioni di pazienti che assumono psico-farmaci e corrono il grave rischio dell’incoming sleep, al pari dei russatori o degli insonni che, svegli di notte, si addormentano alla guida diurna. In breve, il panorama di un Paese malato che guida.

Esistono patologie, tra cui quelle descritte come diabete, malattie cardio-vascolari, sindrome varicose, preludio di emboli, disturbi neurologici, dalla cefalea alla vertigo, che sono indipendenti dalla vettura e che quindi sono ininfluenti nella scelta dell’auto.

Tuttavia all’atto dell’acquisto vanno presi in considerazione invece quegli aspetti clinici che la vettura può mitigare. Nel caso di pazienti con glaucoma o cataratta, molta attenzione va posta non solo alla nettezza del parabrise, che, se sporco, aumenta l’opacità al visus. In questi casi si raccomanda l’uso di vetri fotocromatici che attenuano il fenomeno dell’abbagliamento (uscita dalle gallerie, fari di auto in senso contrario). A tale tipologia di pazienti è consigliato utilizzare degli specchietti retrovisori (esterni e quello interno) maggiorati per controbilanciare la perdita di visione laterale. Un altro esempio è costituito dalle Malattie del Tratto Respiratorio integrato. Uno starnuto, il ricorso al fazzoletto, lo stropicciarsi del globo oculare in corso di crisi congiuntivale significa, a 650 km /h)  una guida cieca di circa 50 metri. Come ovviare? In questi casi ha una fondamentale importanza la climatizzazione che deve essere congrua: a) mai adottare temperature estreme per l’eccessiva deumidificazione che provocano; b) non utilizzare il fascio di ventilazione forzata verso il centro del torace, onde evitare il riflesso dello starnuto; c) ricorrere al tetto apribile quale unico strumento del ricambio aereo efficace. Questo consiglio è indirizzato al fumatore il quale spesso ignora che l’apertura dei finestrini è ininfluente sulla clearance del particolato e del combusto, ivi comprese le PM10 in vettura.

Un driver affetto da patologia varicose o insufficienza venosa inferiore, un tempo esclusiva per il genere femminile ma adesso in aumento per quello maschile, deve acquistare una vettura con sedile apposito corredato da un modulo-supporto che mitiga l’angolo tra la gamba e la coscia in posizione assisa per evitare compressioni sul ritorno venoso del sangue.

Un paziente allergico deve improntare la scelta dell’optional a tutto quanto può evitargli la crisi in auto. L’attenzione è rivolta agli interni della vettura: magari scegliere la selleria in pelle, facilmente lavabile mentre nel tessuto poroso vi è facile insediamento per allergeni, acari, polveri e materiale respirabile, quindi igienicamente sconsigliabile, malgrado le migliori attenzioni. Anche un paziente con dermatite da contatto, che di solito trova ruvidi i tessuti dei sedili, si sentirà più a suo agio con la pelle traspirante che ne limita sudorazione e macerazione cutanea. Anche le plastiche della plancia hanno la loro importanza: plastiche dure sono porose e dunque permeabili alla polvere; quelle morbide, di migliore fattura, sono più fitte nella trama plastica.

Un paziente affetto da artrite reumatoide, con localizzazione alle articolazioni (sinovite, borsite etc) deve evitare l’acquisto di un auto dotata di freno meccanico di stazionamento, il c.d. freno a mano, appunto che richiede sforzi normali per un qualsivoglia soggetto ma erculei per un artritico. La sua soluzione è il freno di stazionamento elettro-meccanico, in dotazione a vetture dei segmenti C, D e superiori che, posto sulla plancia o sul cockpit, con una semplice pressione digitale blocca la vettura.

Un paziente affetto da ipertrofia prostatica può avere il vantaggio di un’indicazione, visiva o sonora, del limite di percorrenza, che gli suggerisce la fermata (pit-stop urologico). Molte vetture premium sono dotate di segnalatore di percorrenza, settabile al limite delle 2-4-6 ore etc.

Per le obesità occorre trovare la giusta ergonomia della posizione al cockpit. Sedili avvolgenti sono più avvolgenti e di quelli piatti e specie in curva il torace troverà migliore assetto. E’ consigliabile per questi soggetti vetture ad alto baricentro che ne consentano l’ingresso e l’uscita con maggiore facilità, ciò che è d’obbligo per i pazienti affetti da cifoscoliosi della colonna vertebrale il cui ingresso in auto è sempre fastidioso. Per quanto attiene gli altri disturbi della colonna, cura massima va adottata per la scelta della tipologia di appoggiatesta, preferibilmente a larga superficie, per evitare di appoggiarvi la nuca ed adattivo per i colpi di frusta.

A tutti è rivolto il consiglio di selezionare la vettura in ordine alla propria sensibilità in relazione alla cinetosi, curando il ricambio aereo dalla cui inefficacia (ristagno di cattivi odori e di fumo) può anche dipendere questo disturbo non grave ma tale da rendere il viaggio un incubo. Ma in questi casi appare primaria la trazione della vettura cui spesso non poniamo sufficiente attenzione. Bambini o adulti, canditati a questa evenienza devono viaggiare su vetture dotate di trazione anteriore o integrale. Se la vettura è a trazione posteriore, il rollio da trazione sarà minore nei sedili anteriori. In tutti questi casi è il baricentro della vettura che appare fondamentale. Non per nulla una nota Industria, da sempre fornitrice di auto a trazione posteriore, pone i sedili in posizione ribassata, al di sotto del piano di trasmissione, per evitare che imbardata e trazione laterale eccessive portino alla cinetosi.

Come documentato, esistono numerose condizioni, solo alcune delle quali in questa sede enunciate, che impongono una scelta oculata delle vettura ai fini di assicurare comfort che è sinonimo di sicurezza. E’ avveniristico dunque pensare che un giorno si scelta la vettura in funzione di questionario medico, opportunamente preparato? Della serie…”Dottore mi visita anche la macchina”…..

 Aldo Ferrara, coordinatore dell’European Research Group on Automotive Medicine, E.R.G.A.M